Fonchim Comunica Newsletter Newsletter 1/2021 - RENDIMENTI 2020 Il 2020 dei mercati finanziari

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Il 2020 dei mercati finanziari

Per cominciare…un breve cenno sull’andamento dei mercati.

Anche per quanto riguarda i mercati finanziari il 2020 è stato fortemente influenzato dalla pandemia da Sars Covid 19, la cui evoluzione nel corso dei mesi ne ha in larga misura determinato l’andamento.

Infatti, pur con diversa intensità nelle diverse aree geografiche e con lievi discrasie temporali, il diffondersi della pandemia ha provocato l’adozione di misure di contrasto da parte dei governi che tra il primo e secondo trimestre dell’anno ha pressoché paralizzato le attività produttive.

La necessità di contenere gli effetti di una delle peggiori crisi economiche mondiali mai verificatesi ha tuttavia innescato il varo di misure di politica economica e fiscale, da parte di organismi di governo nazionale e sovranazionale, che per volume ed estensione non hanno eguali nella storia recente.
Lo sforzo incredibile messo in atto, unito a un rallentamento dei contagi seguito ai severi “lockdown” disposti in gran parte dei Paesi, ha consentito un recupero importante dei dati macroeconomici nella seconda metà dell’anno, talvolta più robusto delle previsioni.
Pur in una situazione di incertezza legata alla recrudescenza dei contagi avutasi negli ultimi mesi dell’anno, la maggior preparazione dei sistemi sanitari, il forte sostegno delle autorità monetarie e la speranza legata alla progressiva disponibilità dei vaccini hanno consentito infatti il mantenimento di un’aspettativa di progressivo miglioramento.

Tra gli altri eventi di rilievo del 2020 vanno sicuramente menzionati la vittoria elettorale del candidato democratico Biden per la corsa alla Casa Bianca, pur di misura e accompagnata da tensioni e polemiche, nonché la definizione finale degli accordi commerciali legati a Brexit. Entrambe le circostanze contribuiscono ad una stabilizzazione del quadro politico ed economico globale; in particolare la prima, che alimenta l’aspettativa di un progressivo stemperamento della recente guerra commerciale Usa/Cina.

I mercati finanziari hanno in larga misura replicato la dinamica sopra descritta con riferimento alle attività produttive.
In particolare gli indici azionari hanno registrato notevoli e repentine discese a cavallo tra il primo e il secondo trimestre, per poi riprendersi e terminare l’anno su valori decisamente positivi.
Gli andamenti sono stati tuttavia difformi tra le diverse aree geografiche, se infatti gli Stati Uniti, il Giappone e i Paesi Emergenti sono accomunati da un incremento rilevante dei corsi azionari (indice MSCI World ex Emu in valuta locale: +13,40%), le azioni dell’area Euro registrano un pur moderato andamento negativo (indice MSCI Emu: -1%).  
      
Per quanto riguarda i titoli obbligazionari le emissioni governative, coerentemente con la loro natura di strumento difensivo, hanno beneficiato della maggior volatilità generata dalla situazione pandemica: la temporanea maggior avversione al rischio degli investitori e gli interventi di politica monetaria hanno infatti condotto ad una discesa dei tassi e ad un correlato aumento di valore dei titoli.  Anche in questo caso la dinamica ha registrato intensità variabile nelle diverse aree geografiche, con apprezzamenti importanti per le obbligazioni dei paesi emergenti (indice Barcap   Emerging Markets IG Hedged: +5,9%) e degli Stati Uniti (Merrill Lynch US Treasury Hedged: + 6,9%), sensibilmente minori in Europa (Merrill Lynch Govt Europe 1-10 Hedged: +2,08%).
Con riferimento a quest’ultima lo spread Italia-Germania sulla scadenza decennale, che aveva chiuso il 2019 a 160 basis points (bp), dopo aver toccato un massimo in marzo a 280 bp ha chiuso il 2020 in area 110, beneficiando a pieno degli interventi fiscali e monetari europei.

Molto simile all’andamento delle emissioni governative quello dei titoli obbligazionari di emittenza societaria: dopo il forte allargamento di marzo si è infatti registrato un significativo calo nell’andamento degli spread e dei tassi sia per le emissioni a maggior merito di credito (“investment grade”), sia per quelle cosiddette “high yield”, nella generalità delle aree geografiche e con intensità variabile nei termini già sommariamente descritti.  

Infine sul mercato dei cambi si è assistito ad un generalizzato rafforzamento dell’euro, contro il dollaro (+8,94%), contro la sterlina (+5%) e lo yen (+3,4%), che ha parzialmente compensato il minor rendimento delle attività in area Euro rispetto a quello degli investimenti in altre aree geografiche.

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