L’andamento dei mercati finanziari nel 2020, fortemente condizionato dalla pandemia sanitaria da Sars Covid 19 e più diffusamente descritto qui, pur con una rilevante variabilità in corso d’anno ha consentito al comparto di ottenere risultati positivi con riferimento all’intero esercizio.
Nell’anno la quota registra infatti un incremento del 3,44%, inferiore rispetto all’apprezzamento del benchmark di riferimento (4,16%) anche a fronte di una volatilità lievemente più accentuata.
Al raggiungimento della performance hanno contribuito in misura significativa sia le azioni dei paesi emergenti, sia soprattutto i titoli di capitale dei paesi sviluppati ex euro, particolarmente convenienti per la quota coperta dal rischio di cambio poiché non penalizzati dal rafforzamento della valuta comunitaria rispetto alla generalità delle altre valute.
Analogamente sul versante obbligazionario i risultati più significativi si sono registrati nell’investimento governativo e corporate statunitense e nell’investimento obbligazionario governativo dei Paesi emergenti.
Positivo, pur se più modesto, il rendimento ottenuto dalle obbligazioni governative e corporate europee, sia nominali che collegate all’inflazione.
Anche nel 2020, peraltro, il portafoglio si è strutturato stabilmente secondo le direttrici del benchmark, pur se con un’esposizione media ai titoli di capitale leggermente più elevata ed una significativa quota di liquidità: l’investimento ha quindi riguardato unicamente titoli quotati su mercati regolamentati/organizzati, avendo cura di ottenere, per ciascuna “asset class”, un’adeguata diversificazione. Più in dettaglio, la componente azionaria è rappresentata da titoli ad elevata capitalizzazione negoziati sui principali mercati dei Paesi sviluppati e, solo in misura marginale, dei Paesi emergenti; la componente obbligazionaria comprende investimenti in titoli di emittenti governativi e societari di buona affidabilità creditizia.
Dall’inizio (1998) il rendimento medio annuo è pari al 3,54%, sensibilmente superiore al risultato ottenuto dal TFR in azienda (2,32%) e al tasso di inflazione (1,51%) nel medesimo periodo.
Stabilità è il comparto con la maggior anzianità e di gran lunga il più rilevante in termini di risorse gestite.
Il confronto fra il primo iscritto e il suo ipotetico gemello che ha deciso di non iscriversi è quindi particolarmente significativo e mostra come, in un’ottica di lungo periodo, l’investimento del fondo pensione sia sinora riuscito ad assolvere al suo compito istituzionale di accrescere il capitale degli associati in vista della pensione.
Stabilità: confronto tra gemelli, valori reali di un associato al 31 dicembre 2020, iscrittosi al fondo il 14/03/1997 e senza alcun cambio di comparto nell’intero periodo.
Avvertenza: si ricorda che i rendimenti passati non sono necessariamente indicativi di quelli futuri. Le performance dei comparti non sono uguali a quelle dei singoli associati. I rendimenti di ciascun socio, infatti, variano in funzione dell’entità e della durata dei versamenti, nonché della permanenza nei diversi comparti di investimento. Ogni aderente nell’area riservata trova il proprio effettivo rendimento espresso in euro e in percentuale.