Novità da Fonchim Tfr, verso il via libera della Ue

Novità da Fonchim

Tfr, verso il via libera della Ue

Il Sole 24 Ore (Del Lunedi)

Adriana Cerretelli

BRUXELLES
Il trasferimento dei 5 miliardi del Tfr dalle casse delle imprese a quelle dell'Inps possono essere considerate come normali entrate dello Stato e quindi essere utilizzate per la riduzione del deficit pubblico. Il responso non è ancora ufficiale, gli uomini di Eurostat stanno ancora lavorandoci sopra alla ricerca di ulteriori chiarimenti da Roma ma questo è l'orientamento prevalente a Bruxelles. E questo sarà quello che il commissario Joaquin Almunia comunicherà quasi certamente a Tommaso Padoa Schioppa in occasione della riunione, stasera a Lussemburgo, dei ministri finanziari dell'Eurogruppo. «Il dibattito in corso in Italia su questo fronte fa una gran confusione: qui non si deve decidere se la riforma del Tfr sia o no una buona cosa o se risponda a una logica economica più o meno costruttiva. Qui, molto più semplicemente, si deve decidere quale tipo di trattamento statistico le va applicato nell'ambito delle regole Sec 95» premette un addetto al dossier. E poi spiega che, per dare una valutazione statistica dell'operazione decisa dal Governo Prodi, bisogna limitarsi a stabilire se essa preveda il trasferimento del rischio dall'impresa privata al Governo. In altre parole se quest'ultimo non solo incassa nuove entrate ma si assume contestualmente i rischi legati al pagamento delle prestazioni sociali future, nulla osta a considerarle statisticamente come normali proventi del sistema pubblico di previdenza sociale, Inps nel caso specifico, e, in quanto tali, come normali entrate di bilancio, da contabilizzare a riduzione del deficit pubblico come tutte le altre entrate. Ci sono già state operazioni simili in Europa, continua il nostro. E cita il caso di Edf in Francia, del trasferimento dei fondi pensione aziendali allo Stato, che si è poi assunto l'onere di pagare le relative prestazioni sociali. Un altro caso analogo si è verificato in Portogallo. Anche se sul piano interno la riforma del Tfr non cessa di suscitare proteste e polemiche tanto che il ministro dell'Economia non solo ha ammesso una serie di errori ma ha promesso di correggerli, sul piano esterno e in particolare a Bruxelles non sembra, salvo sorprese, incontrare ostacoli. Il che è un'ottima notizia per Padoa Schioppa che proprio all'Ecofin informale di settembre si era sentito contestare senza peli sulla lingua la decisione di ridurre da 35 a 30 miliardi di euro l'entità della manovra annunciata due mesi prima. La sua giustificazione, cioè l'aumento strutturale delle entrate fiscali, non aveva convinto per niente i suoi interlocutori: non Almunia, non il presidente dell'Eurogruppo JeanClaude Juncker, e nemmeno il presidente della Bce JeanClaude Trichet. Tutti gli avevano esternato i propri dubbi in attesa di verifiche concrete. Padoa Schioppa si presenta all'appuntamento di stasera a Lussemburgo con le nuove cifre della Finanziaria e una manovra che nel frattempo si è riallargata da quei 30 miliardi contestati un mese fa ai 33,4 attuali. Cioè con una dimensione molto vicina a quella originaria. E visto che in questo round la discussione in seno all'Eurogruppo si concentrerà sulla quantità dell'aggiustamento del deficit e non sulla sua qualità problema che sarà affrontato solo in un secondo tempo si può già dare per scontato che il ministro tornerà a Roma rafforzato dalle reazioni positive che raccoglierà in Europa. Reazioni positive di massima, naturalmente, perché il testo della Finanziaria è arrivato a Bruxelles solo mercoledì scorso e l'esame nei dettagli deve ancora essere ultimato. Senza contare che tutto lascia credere che il suo iter in parlamento si concluderà con varie modifiche. Impossibile, quindi, al momento qualsiasi giudizio definitivo. Quasi certo invece un messaggio incoraggiante da parte di Almunia:la Finanziaria 2007 va nella giusta direzione del mantenimento dell'impegno a ridurre al 2,8% il disavanzo dell'anno prossimo. Ma lo sforzo del rigore deve continuare con coerenza anche nelle prossime settimane, quando la manovra dovrà affrontare e superare le forche caudine degli emendamenti e dell'approvazione parlamentare. Del merito, invece, del fatto che per esempio questa Finanziaria si è persa per strada i tagli alla spesa pubblica e le riforme, a Lussemburgo si parlerà poco. Perlomeno pubblicamente. Un'analisi più approfondita dovrà aspettare le nuove previsioni economiche d'autunno che la Commissione europea presenterà il 6 novembre prossimo.

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