Novità da Fonchim Quei consigli che spesso fanno «ricche» le filiali

Novità da Fonchim

Quei consigli che spesso fanno «ricche» le filiali

Il Sole 24 Ore
Marco lo Conte

Provate a ordinare una pizza margherita e a lasciare subito sul tavolo una fetta anche superiore al 5% del totale. Centinaia di migliaia di risparmiatori italiani accettano in banca senza fiatare ciò che al ristorante li porterebbe ad alzarsi e ad andarsene altrove. Com’è possibile? Evidentemente i risparmiatori non si accorgono, o non vogliono accorgersi, che i consigli ricevuti allo sportello bancario sono finalizzati alla redditività della banca stessa: che si spingono cioè i prodotti che si arricchiscono di più e più velocemente le filiali, anche a detrimento dell’interesse del cliente. Ecco spiegato il nemmeno tanto misterioso arcano del riscatto dei fondi comuni (45 miliardi di rosso da inizio 2006) e il “successo” di obbligazioni strutturate o polizze Vita: strumenti che offrono a chi li vende commissioni più alte e immediate. Un fenomeno che non accenna ad esaurirsi, nonostante gli allarmi del Governatore della Banca d’Italia sulle scarse informazioni alla clientela e del Presidente della Consob, sulla crescita delle “strutturate”, il 40% dei bond bancari. Le cifre del fenomeno le indica una recente indagine del Comitato Piazza Finanziaria (Ministero dell’Economia, Authority, rappresentanti del mercato e dell’Università) in cui si confrontano le commissioni di un’obbligazione strutturata e di un fondo comune.
La media ponderata delle commissioni di up-front (incassate subito dalla banca) tra i circa 70 prodotti strutturati lanciati nell’ultimo anno è pari a 336 punti base; per le obbligazioni a lunga scadenza e indicizzate a tassi d’interesse si toccano i 700 punti base: si paga cioè 100 un prodotto che vale 93 e che va tenuto in portafoglio anche per venti anni, prima che torni a quota 100; nel caso dei fondi più costosi, gli azionari, la remunerazione totale (comprensiva anche dell’up-front) è invece di 197 punti base: 50 alla società prodotto e 147 alla distribuzione, entrambe facenti capo alla banca stessa. Ma ciò evidentemente non basta.
Determinanti, dunque, le scelte della distribuzione. Lo conferma Candid Bank, la rubrica di «Plus24» in cui il cronista si presenta come potenziale cliente in filiale e registra i consigli che spingono i risparmiatori a dismettere fondi a vantaggio dei prodotti di casa. Le conseguenze? Utili netti per 24 miliardi incassati tra 2001 e 2005 dalle prime sei banche, con una crescita del sistema del 40% dal 2004 al primo trimestre di quest’anno. Parallelamente nei portafogli degli italiani la percentuale di fondi comuni è scesa dal 2000 ad oggi del 20%, mentre la quota delle polizze è cresciuta dell’85% e delle obbligazioni strutturate del 92%; sette anni fa il rapporto tra obbligazioni strutturate e fondi italiani era di 1 a 5, oggi è di 1 a 1,5. Ma c’è un altro effetto, meno quantificabile: l’esito del messaggio in cui si illude il risparmiatore di poter prescindere dal rischio e dalla cultura del capitale di rischio. Negando inoltre le opportunità offerte dai mercati: negli ultimi 4 anni gli indici milanesi sono saliti del 14,9%, del 17,5%, del 13,9% e l’anno scorso del 19,8 per cento.

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